Da qualche anno a questa parte, con fortune alterne, si stanno diffondendo diversi Cosmetici ”Prebiotici” o “Probiotici”, che vantano una funzionalità sul microbiota cutaneo.
La domanda è d’obbligo: Funzionano davvero o si tratta dell’ennesimo claim?
La risposta, altrettanto d’obbligo è: dipende
Ogni prodotto è una storia a se (anche, ma non solo in funzione del prezzo), e scrivere qualcosa in etichetta è diverso da vantare degli studi clinici.
Cos’è il Microbiota cutaneo?
Sulla nostra pelle sono presenti oltre 500 specie di batteri, per la maggior parte “buoni”, che, quando vivono in equilibrio, garantiscono una pelle sana e fungono da prima difesa dagli attacchi esterni
Gli elementi esterni che possono influire su questo delicato equilibrio sono diversi, ma sicuramente cosmetici e detergenti, specie se poco compatibili con il proprio derma, giocano un ruolo di primaria importanza.
I Cosmetici che lavorano sul microbiota cutaneo possono seguire tre strade
- Includere Probiotici (tipo quelli utilizzati negli integratori alimentari)
- Usare Prebiotici
- inserire Attivi che inibiscano la crescita dei batteri “cattivi” a favore di quelli “buoni”
La prima opzione è la più complicata, infatti, i Probiotici sono organismi vivi e difficili da stabilizzare all’interno di una formulazione cosmetica; Usare Prebiotici, invece, trattandosi per lo più di derivati vegetali che fungono da nutrimento per i batteri “buoni”, è sicuramente più semplice
Gli ingredienti attivi, che possono agire sul bioma sono di varia natura: protettori dai raggi UV, acidificanti del pH cutaneo ecc.. (chiaramente, la formulazione finita dovrà essere testata, per vantarne un efficacia in questo senso)
NB
Un ingrediente molto versatile, e con efficacia testata sul microbiota, è l’emulsionante Polyaquol 2W già presentato in un altro post
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