Upcycling, lo scarto che da più valore

Upcycling indica un processo (a basso impatto ambientale) che permette ad uno scarto industriale di essere riutilizzato, creando un alto valore aggiunto.

Il più classico processo di recycling, che richiede un maggiore consumo di energia, invece prevede che lo scarto venga trasformato per creare qualcosa di nuovo.

Economia Circolare

L’economia circolare, modello nel quale rientrano sia i concetti di Upcycling che Recycling, prevede che un sistema “materia prima>prodotto finito” possa rigenerarsi all’infinito, trasformando i prodotti finiti (gli scarti derivati dall’uso dei prodotti finiti) in nuove materie prime: materia prima<> prodotto finito.

Il concetto, oltre ad essere affascinate dal punto di vista tecnico, è pressoché l’unica strada per la sopravvivenza del nostro pianeta

Overshoot Day

Per meglio comprendere come l’economica circolare sia l’unica strada e non una delle alternative, è importante ricordare che dal 1970 consumiamo più risorse naturali di quanto il pianeta riesca a generare autonomamente

In particolare nel 2021 l’Overshoot Day, ossia il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare in un anno, è avvenuto il 29 luglio (se considerassimo solo l’Italia la data sarebbe il 13 maggio)

Upcycling Beauty

L’industria della cosmetica è da sempre molto avanti per quanto riguarda Recycling e Upcycling, basti pensare ai molti ingredienti che si ottengono a partire dagli scarti alimentari:

  • Pectine=> scorze di agrumi
  • Xanthan Gum=> barbabietola/canna da zucchero
  • Fibre della frutta=> arancia mela ecc..
  • Attivi di derivazione vegetale (non tutti chiaramente)=> fiori, frutta, piante officinali ecc..
  • Idrolati=> piante officinali

Questo non è sufficiente per indicare la cosmetica come industria sostenibile al 100% ma è sicuramente un buon inizio 🙂

La Cosmetica del futuro

Sostenibilità, sicuramente questa è la parola chiave dei prossimi anni. Tutti i processi dovranno ridurre la loro impronta ecologica, e dove possibile, dotarsi di apposita certificazione; Infatti il “dichiarare” motu proprio che si sta facendo “qualcosa” per ridurre consumi/sprechi non sarà più sufficiente.

Probabilmente saranno i consumatori stessi a chiedere con più forza di capire quanto il prodotto che stanno comprando “impatta” sull’ambiente; e non è da escludere che presto il nuovo trend sarà comprare cosmetici che vantino un impatto minimo o pressoché nullo a livello ambientale.

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